Esce oggi in libreria la seconda edizione del mio romanzo a fumetti Marco Polo. La via della seta. L’editore BeccoGiallo ha pubblicato la prima edizione nel 2015, sono seguite un’edizione francese ed una statunitense, poi il libro è un po’ sparito dalla circolazione. Nel tempo molte persone hanno chiesto a me e all’editore notizie di una ripubblicazione. Ed eccoci qua. Nel 2024, a settecento anni dalla morte di Marco Polo e a nove anni da quella prima edizione vi racconto il processo creativo di questa biografia fantastica
Ingredienti
Marco Polo. La via della seta è una biografia fantastica del viaggiatore veneziano, composta da alcuni ingredienti principali. Il primo è la Storia, e ciò che conosciamo della figura di Marco Polo. Oltre ai viaggi e a un po’ di storia familiare, non sappiamo molto su di lui come persona: Il Milione, che è stato scritto negli stessi anni della Divina Commedia, è ben lontano dalla profonda autoanalisi e autofiction di Dante Alighieri. È soprattutto un resoconto di viaggi, genti e luoghi. Una specie di guida tascabile per chi voglia viaggiare per il mondo. (Si dice infatti che, un paio di secoli dopo, Cristoforo Colombo portasse sempre con sé la sua copia, ansioso di vedere al più presto davanti alla prua della Santa Maria lo stesso Oriente splendente descritto dal veneziano). Il Milione è pieno di storie sorprendenti sul mondo – percorso passo per passo, faccia per faccia, odore per odore, storia per storia – ma non sul suo autore.
E dunque ho aggiunto il secondo ingrediente: l’invenzione che “riempie i buchi” della Storia. Faccio un esempio: Marco Polo vede suo padre Niccolò e suo zio Matteo tornare a Venezia dopo anni di assenza. Marco, praticamente, suo padre non l’ha mai visto prima, perché Niccolò è partito per fare commerci in Asia quando il figlio aveva due anni. Il Milione racconta questo in una riga. Ma che bomba narrativa inesplosa c’è in questa riga! Ho immaginato come può essere vivere sognando un padre perso in avventure lontane, nella fantasia ormai più simile ad un unicorno o ad un basilisco, di quelli che gli europei collocavano nel loro Oriente irreale; e vederlo un giorno riapparire sul serio! E che tipi sono questi due fratelli Polo, sempre in fuga febbrile, il più possibile lontano da qui? E così via, fino ai viaggi cinesi, e ritorno.
Il terzo ingrediente della graphic novel sono le mappe. Fin da quando ero bambino ho amato disegnare le mappe, perché sono dei crocevia di infinite possibili storie. Dunque tra un capitolo e l’altro del fumetto ci sono illustrazioni libere dalle vignette e ispirate alla cartografia medievale. E proprio come le mappe medievali servono a poco per orientarsi e sono più delle composizioni di storie, ragionamenti, promemoria, angosce e meraviglie. Sono i paesaggi interiori di Marco Polo e di altri personaggi. E anche miei, e infatti...
… il quarto e ultimo ingrediente è il raccontare. La storia ci dice che Marco Polo, ormai tornato dalla Cina, viene catturato dalla flotta genovese vittoriosa sui veneziani nella battaglia navale delle isole Curzolari; chiuso in prigione a Genova conosce lo scrittore pisano Rustichello e con questo ghost writer scrive le memorie dei suoi viaggi (ancora: non c’è qui un enorme potenziale narrativo, pronto per scoppiare?). Il mio povero Rustichello fa i conti con il travagliato mestiere di scrittore, con la letteratura amante e tiranna e con il disgusto della realtà: “Dire una bugia è il minimo della cortesia”, dice a un certo punto. Marco Polo lo incalza, lo delude, lo entusiasma. Cos’è la memoria rispetto alla realtà, cos’è il racconto rispetto alla realtà… e – accidenti – a questo punto cos’è la realtà.
Ricerca
Mi chiede la titolare di questa newsletter, che ringrazio molto per l’ospitalità, quali sono le difficoltà che ho incontrato scrivendo e disegnando Marco Polo. La via della seta. La documentazione storica chiaramente è un impaccio considerevole. Per i fumettisti è un problema doppio, perché oltre a sapere cosa c’era nel Medioevo, devi anche scoprire come è fatto per disegnarlo. Che aspetto avevano i finimenti per i cammelli? In questo hanno aiutato la già citata cartografia medievale e varie fonti visive dell’epoca. Una per tutte è il meraviglioso rotolo dipinto da Zhang Zeduan (1085–1145), Lungo il fiume durante la festa di Qingming, che è una miniera di ispirazioni sull’architettura, i mestieri, i macchinari, i vestiti della Cina dell’epoca. Su internet ce n’è una versione di alta qualità, ma sogno di vedere un giorno l’originale a Pechino. (D’altronde, come il più vicino Arazzo di Bayeux, non si tratta di veri e propri fumetti?).
Può succedere anche di cadere nel tunnel della ricerca. La tendenza a esagerare con la documentazione è un ostacolo che uno non si aspetta. Ad un certo punto (di solito arrivati alla quarta o quinta generazione della discendenza di Gengis Khan!) è meglio fermare l’entusiasmo della ricerca e ricordarsi che si sta facendo un romanzo di finzione, non un testo di divulgazione storica. Altre difficoltà incontrate sono le più classiche angosce dei creativi: va bene quello che faccio? E ora come vado avanti? Meglio così o così? Ma questi crucci li conosciamo già abbastanza, credo, senza che mi debba soffermare; un po’ perché chi scrive di mestiere ne parla già molto; e un po’ perché forse sono angosce neanche troppo specifiche dei creativi, ma di tutte le persone.
Diario di un viaggio
Marco Polo. La via della seta ha avuto una lavorazione che direi “germinativa”. Diversamente dal consueto processo: scrittura – storyboard – matite – inchiostro, il libro è nato progressivamente. Ho scritto e disegnato due tavole, poi altre due, poi altre. In questo modo non sapevo io stesso dove sarebbe andata la storia. Da un lato questo girovagare mi ha costretto a ridisegnare e eliminare parecchie tavole. Dall’altro, credo, ha impresso una atmosfera di esplorazione e di diario di viaggio.
Nei nove anni passati dalla prima edizione, prevedibilmente, il mio modo di disegnare è cambiato. Mi sono chiesto se per la nuova edizione fosse il caso di rifare alcune pagine, di cui mi salta all’occhio qualche difetto. Mi sono risposto che era meglio di no: proprio perché il fumetto è nato come un viaggio, le imprecisioni fanno parte del percorso e i ricordi non sono mai rotondi, per quanto li si voglia lisciare. Spero che Marco Polo. La via della seta piaccia a chi lo legge oggi quanto è piaciuto a me pensarlo e farlo. E – riflettevo sulla mia fortuna - scrivere e disegnare cose di sette secoli fa ha un vantaggio, quello di essere sempre attuali.